martedì 2 marzo 2010

Roberto Gangini e la medaglia d'oro dei 30 metri

Mi preme sottolineare che nelle peripezie del Gangio Gangini ai Campionati Italiani di Ancona 2010 parte della colpa ricade sulla mia persona. In effetti dopo il tourbillon delle camere dell'Albergo Fortuna di Ancona, di fronte alla Stazione e al mare, il Gangio decide di trovare alloggio presso la suite presidenziale, senza sapere l'inferno che sarebbe stata la sua permanenza con il sottoscritto. In effetti una patologia influenzale con sintomi di tosse secca e difficoltà respiratoria mi affliggevano e trovavano il loro massimo fulgore proprio nelle due giornate di Ancona. Per il Gangio, proprio da lì sarebbe iniziata la fase conclusiva del suo calvario. Ad onor del vero lo "spagnolo" si portava in dote dagli stage di allenamenti XXVapriliferi una contrattura che il luminare degli infortuni, Dottor Ambrosioni, aveva vaticinato essere pericolosa. "60% non succede nulla, 40% ti rompi": questo era stato il responso dell'ultima seduta dopo il sacrificio di un volatile cui erano state guardate le interiora. Gli presto anche lo sprinter-stick: cerco di farmi perdonare minimamente le mancate dormite causate dal mio incessante tossire. Il Gangio si presenta comunque il sabato pomeriggio in pista regolarmente: i pre-sprint gli dicono che tutto va bene. SI-PUO'-FARE! come diceva il Dottor Frankenstin (senza la "e") nella rivisitazione di Mel Brooks. Il Gangio si accuccia sui blocchi e nonostante il parterre de roi della prima serie dei 60 mt M40, piazza la sua solita partenza fulminante: ai 30 è probabilmente già in testa, davanti a gente come Paolo Chiapperini, Max Scarponi e Michele Lazzazera. Poi succede l'ineluttabile: un fulmine colpisce il bicipite femorale malconcio e impone a Robbo di rialzarsi e terminare con i resti del suo muscolo in mano sul traguardo: 7"50. Comunque settimo rango nonostante l'infortunio. Senza dimenticare la staffetta 4x200 saltata e... l'influenza dal lunedì successiva. Grande Gangio!

Nessun commento: