giovedì 17 giugno 2010

Roma 2010 - il sabato mattina, inizia la corsa all'oro

Finalmente si giunge allo Stadio dei Marmi. Si suda già alle otto del mattino, e l'unica ombra si crea alle spalle del chiosco delle iscrizioni. Ne approfitto per primo e piazzo il campo base "1". Il cielo si vela e rende meno afosa la giornata. Intanto a poco a poco arrivano alla spicciolata i Caprioli, reduci della prima giornata. Il Vals viene relegato allo stadio della Farnesina, a poche centinaia di metri dai Marmi: per lui si sta per aprire una delle giornate più incredibili della sua carriera sportiva: purtroppo non ne saremo testimoni oculari godendo delle bellezze dell'Olimpico. Le batterie degli 800 sono la prima gara. Ancora una volta a bagnare la pista sarà il buon Carletto Caruso, di cui mi sfugge il ricorso pedissequo alla velocità breve (dopo i 60 indoor ad Ancona) cui si sottoporrà dopo aver corso il doppio giro di pista. Gara "normale" (la serie più lenta degli 800 M40) per 600 metri, poi per qualche secondo si intravede nelle nebbie della fatica il famigerato "scatto secco" di matrice prettamente carusiana, che un tempo mandava in visibilio le folle. Lo scatto secco dura circa 25 metri, 4" o 5", poi si esaurisce lasciandoci un pò di amaro in bocca e la speranza che in fondo in fondo fra poco vedremo scampoli del grande Carletto. 2'13"25 il suo tempo. Tocca poi a Luca Landoni, che ha un grosso pregio: un incrollabile ottimismo. Il Lando finisce nella gara clou dei Campionati, la prima serie degli 800 M40, e fino ai 600 è decisamente protagonista. E' lì in testa, controlla all'esterno. Poi l'unico allenamento delle ultime tre settimane si fa sentire, e il gruppo lo fagocita in una volata leggendaria dove arriverà ottavo con 2'07"95. Nel veloce incedere della gare tocca poi a Cosimo Sguera. Nel frattempo mi assento per la mia gara, e sento poi il racconto direttamente dai testimoni oculari: Cosimo perde il piede del vincitore solo a pochi metri dalla fine, ed è quasi sicuro del secondo posto... invece due figuri rimontano centimetro su centimetro e lo battono di pochissimi centesimi. 4°! Tempo 2'03"29 e terza medaglia di legno della carriera master di Cosimo. Ma la forma sta montando inesorabile.
Si passa ai 100. Stavolta gettiamo sul tavolo Roberto The Robbo Gangini. Gli alibratori lo danno a 2 al traguardo, con un più pessimistico 40% di possibilità dategli proprio dal proprio fisioterapista (che nell'attribuirgli tale percentuale, voleva infondergli un minimo di fiduci). Gli infortuni lo hanno martoriato per giorni e giorni dopo Ancona. La categoria M40 dei 100 è poi probabilmente una delle più agguerrite categorie, una delle più affolate. Carletto , in una delle prime batterie, viene posto in mezzo, nella corsia e sui blocchi che solo un paio di giorni prima erano stati di Asafa Powell. Carletto (a caccia di caps?) conclude in 12"98: come avrebbe poi dichiarato alla stampa "sotto i 13!!". Constatazione perspicace. Poi viene il turno del Gangio: partenza al fulmicotone e 11"66. Vittoria in batteria, come i più forti: guadagnerà di sicuro una buona corsia in finale. Battutto Jacqantoine, in esterna. Poi viene il mio turno: 11"42 in quasi-rilassatezza: faccio addirittura un'ottima figura in partenza, vista la non lena dei compagni di cordata. Finale. Due finali, un quarto e un ottavo. Rimane un pò di amaro. Ricevo a quel punto la telefonata del Vals, dalla non lontana Farnesina: "Ben, medaglia d'oro nel martellone!". "Ma dai, Grandeeeee!". "Migliorato di 80 centimetri il personale, 12,60!". Alessandro Valsecchi così ottiene il 20° titolo italiano Capriolese della sua storia (e non sarà l'ultimo), con il contemporaneo record sociale assoluto, record sociale M35... Cosa ci aggiungiamo? E sono due medaglie: un oro e un argento. A quel punto, in quella mattinata, viene da chiedermi se il Vals sarà l'unico vincitore di medaglie della nostra spedizione. Da lì a poco inizierà il pomeriggio capriolese. Cosa accadrà?

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