lunedì 19 maggio 2008

Non con la Riccardi...

Ieri pomeriggio, sotto l'acqua di Saronno, ho avuto modo di parlare con Giampiero Alberti, tecnico della Riccardi già da quando io dovevo ancora iniziare a correre (circa 23 o 24 anni fa...). Giampiero, vedendo che l'ossatura della Capriolese è quasi completamente "Riccardiana" mi faceva riflettere che il nostro stesso progetto era condivisibile all'interno della società di Tammaro. Una sorta di "old-Riccardi", in possesso della propria autonomia organizzativa. Forse non era luogo nè il momento per parlarne, per me che ho vissuto non so quanti anni in verdone: ma questa Riccardi (per fortuna o purtroppo) non è più la mia. E' proprio con la Riccardi che molti di noi hanno inteso vivere l'atletica in maniera "famigliare", regalandoci spesso emozioni che andavano oltre le prestazioni sportive. E' questo che ci interessa, oggi che non abbiamo più velleità di andare ad alcuna Olimpiade, Mondiale, Europeo, Italiano e neppure Regionale... La Riccardi di oggi, vista da fuori, sembra una squadra come tutte le altre: chi, della prima squadra della Riccardi, proviene dal vivaio? Quanti? Uno, due? Il resto sono persone estranee, che non hanno fatto un percorso non solo sportivo, ma di vita, con il resto dei ragazzi. Ricordo ad Arzignano un paio di lustri fa: una squadra completamente verdona sino alle ossa, che poteva ambire giusto a vincere la A1 o la A argento, ma che sentiva quelle vittorie più di 10 scudetti messi insieme. Gli unici due o tre innesti rimanevano colpiti dalla nostra coesione! Dalla Riccardi in 15 o 20 anni di militanza ho preso 50 mila lire, ma avrei rinunciato anche a quei pochi soldi per stare in quella famiglia. Oggi la Riccardi fa parte di quel novero di società che io chiamo "oligarchia" che ha sete di rifarsi di anni di sottomissione alle società militari. Gli obiettivi (probabilmente giustamente) sono cambiati: le vittorie contano più di mille parole. E contano più di valori quali il divertirsi, lo stare insieme, l'amicizia cui Io, purtroppo, tengo di più. Buon per loro: auguro al Signor Tammaro e a tutta la dirigenza di togliersi tutte le soddisfazioni sportive possibili: ma che brutto non poterle condividere con chi ha fatto la stessa strada... E con questo mi sento di poter dire che tutti gli (ex) atleti della Riccardi (più di 20) che sono venuti in Capriolese hanno fatto una scelta dettata non certo da ambizioni sportive, e sicuramente frutto di una LORO scelta autonoma. Il giorno che volessero andare in qualsiasi società sarebbero liberissimi di farlo, perchè qui l'obiettivo è divertirsi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io non provengo dalla Riccardi; la mia scelta di cambiare ed entrare a far parte di questa squadra era legata soprattutto al voler vivere in modo diverso l'atletica, con alcuni di voi, sopratutto il Ben,che è riuscito a trasmettermi l'idea che ha fatto nascere io gruppo. L'ho sposata, l'ho fatta mia, emipiacerebbe riuscire a trasmetterla ad altri.
E' un peccato vedere tramontare la forza vera di una squadra come la Riccardi.
Sempre con Voi.

Catapulta

Two Barbells ha detto...

Solo una riflessione: ad Arzignano & co. una cosa che mancava era lo stress da prestazione... ma i risultati arrivavano lo stesso!

Two Barbells ha detto...

...e non dimentichiamo anche un'altro aspetto importante: se una volta venivano amici e parenti a veder le gare... oggi molti meno.